Ci viene posto un quesito in tema di Distanza tra Farmacie, cosa accade ove in caso di domanda di trasferimento di una sede di Farmacia nel corso dell'istruttoria muti la situazione di viabilità alla circolazione?
Ad esempio, cosa accade se dopo l'avvio della pratica di trasferimento di una farmacia in un nuovo locale, il Comune decidesse di installare nuove strisce pedonali che alterino la distanza tra le sedi farmacia, riducendola al di sotto del minimo di legge dei 200 metri?
Il quesito nasce da un conflitto tra Farmacisti determinato dalle soglie di misurazioni della distanza tra farmacie.
Sul punto è intervenuta una recente sentenza del Consiglio di Stato che ha dato valore al mutamento creatosi - quindi valorizzando la situazione nuova su quella vecchia - e dando valore alla situazione creatasi nel corso dell'istruttoria, anche "dopo" le verifiche della Polizia Municipale.
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Quindi un primo quesito che sorge è:
Quale è la situazione di fatto rilevante ai fini del calcolo delle distanze tra Farmacie, quella del momento della rilevazione oppure quella dell'adozione del provvedimento di trasferimento?
“lo scrutinio di legittimità del provvedimento amministrativo non può che avvenire avendo riferimento alla statuizione di fatto e di diritto che all’amministrazione si prospetta al tempo della relativa adozione (Cons. Stato, V, 2 luglio 2020, n. 4253), e cioè secondo il principio del tempus regit actum (Cons. Stato, II, 17 aprile 2020, n. 2476), sicché la pubblica amministrazione deve considerare, ai fini dell’adozione del provvedimento conclusivo anche le modifiche normative e di fatto che siano intervenute durante il procedimento e non anche attestarsi su quelle esistenti al momento della presentazione dell’istanza (Cons. Stato, VI, 27 agosto 2020, n. 5260; IV, 2 ottobre 2023, n. 8609)”.
Nel presente caso, il riferimento al tempo di adozione del “provvedimento amministrativo” (inteso come quello che definisce il procedimento di trasferimento) non può che riferirsi al momento dell’autorizzazione al trasferimento della farmacia adottata dal Comune e non già al sopralluogo operato dagli agenti dell’ASL che costituisce invece un atto istruttorio ed endoprocedimentale.
Sotto un primo rileva in ordine all’orientamento giurisprudenziale menzionato che ai fini dell’adozione del provvedimento conclusivo, rilevano non soltanto le modifiche normative, ma anche quelle di fatto che siano intervenute durante il procedimento.
In disparte ciò, va, peraltro rilevato che l’apposizione delle strisce pedonali per cui è causa non può logicamente e ragionevolmente definirsi un “mero mutamento di fatto”, alla stregua di un accadimento accidentale cui il Comune rimane estraneo, perché tutte le modifiche alla viabilità delle strade comunali conseguono invece a precise determinazioni finalizzate alla cura dell’interesse pubblico (nella specie la sicurezza dei pedoni), adottate dai competenti uffici comunali nell’esercizio della funzione amministrativa, e sono quindi sempre riferibili ed imputabili alla medesima autorità comunale che ha successivamente adottato il provvedimento autorizzativo al trasferimento dalla Farmacia. CdS 212/2025.
Ne consegue quindi che il sopraggiungere di modifiche alla viabilità, nel presente caso relative a strisce pedonali, ma identico discorso può ampliarsi per altre modifiche alla viabilità, che siano successive all'avvio di una pratica amministrativa, ma prima della definizione della stessa, (non è da escludere anche una rivalutazione successiva), inficiano il procedimento conclusivo e quindi dovranno essere valutate dalla Pubblica Amministrazione interessata.
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Diritto Farmaceutico
Avv. Aldo Lucarelli
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